Ho denunciato l’azienda per mobbing e sono stato trasferito, ma è legale? Cosa dice la legge e come puoi difenderti

Dopo la denuncia per mobbing all’azienda sono stato trasferito, ma come posso difendermi? Cosa dice la legge.

Denunciare un’azienda per mobbing è un passo coraggioso, ma può comportare conseguenze inaspettate, come il trasferimento in un’altra sede o addirittura in un altro ruolo. È fondamentale comprendere se tali trasferimenti siano legali e quali diritti hanno i lavoratori in queste situazioni.

Secondo la giurisprudenza italiana, i trasferimenti possono essere una soluzione valida contro il mobbing, ma non sempre a favore della vittima. A volte, la vittima stessa può trovarsi trasferita, e questo solleva interrogativi legittimi sulla legalità di tali azioni.

Trasferimento dopo aver denunciato l’azienda per mobbing: come difendersi

Il mobbing, definito come una serie di comportamenti ostili e persecutori subiti sistematicamente da un lavoratore, è un fenomeno purtroppo diffuso in molte aziende. La legge italiana riconosce il diritto dei lavoratori a un ambiente di lavoro sano e sicuro, e i datori di lavoro sono obbligati a proteggere la salute psicofisica dei propri dipendenti. Quando un lavoratore denuncia comportamenti di mobbing, ha il diritto di agire in giudizio contro i responsabili e richiedere un risarcimento per i danni subiti.

Tuttavia, la questione del trasferimento diventa complessa. In alcuni casi, i datori di lavoro possono decidere di trasferire il dipendente che ha denunciato il mobbing, sia per risolvere conflitti interni sia per cercare di ripristinare un clima di lavoro più tranquillo. Questo approccio, sebbene possa sembrare giustificato, rischia di essere considerato una misura ritorsiva. Infatti, se il trasferimento viene effettuato per punire colui che ha fatto la denuncia, può configurarsi come una violazione dei diritti del lavoratore.

La sentenza n. 581/2025 del tribunale di Milano offre un interessante spunto di riflessione su questo tema. In questo caso, il tribunale ha ritenuto legittimo il trasferimento di un dipendente che aveva denunciato il mobbing da parte di un collega. Tuttavia, i giudici hanno inquadrato la situazione nella categoria dell’eristress, una forma di conflittualità in cui tutte le parti coinvolte partecipano attivamente al conflitto. Questo approccio suggerisce che, in alcune situazioni, non ci sia una vera e propria vittima, poiché tutti i partecipanti possiedono la capacità di reagire e difendersi.

Come posso difendermi dall’azienda che vuole trasferirmi dopo denuncia per mobbing – Informativasindacale.it

Inoltre, il trasferimento per incompatibilità ambientale è una misura contemplata dalla legge. Essa può essere utilizzata per risolvere conflitti che nascono esclusivamente dall’interazione tra colleghi, senza che ci sia una causa esterna. Tuttavia, se il problema è radicato in questioni più ampie, come la gestione aziendale o la cultura aziendale, potrebbero essere necessarie altre soluzioni più efficaci.

Per chi si trova nella situazione di aver denunciato un comportamento di mobbing e di essere stato trasferito, è fondamentale documentare ogni aspetto della propria esperienza. Conservare una cronologia dettagliata degli eventi, delle comunicazioni e delle interazioni con i colleghi e i superiori può essere cruciale per tutelarsi. In caso di bisogno, consultare un legale esperto in diritto del lavoro rappresenta un passo importante per proteggere i propri diritti e ottenere supporto legale adeguato.

È evidente che la questione del mobbing e dei trasferimenti è complessa e richiede un’attenta valutazione da parte dei datori di lavoro. L’obiettivo finale dovrebbe essere quello di garantire un ambiente di lavoro sano e rispettoso per tutti i dipendenti, dove le denunce siano ascoltate e gestite in modo equo e giusto.

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Mattia Senese