Pensione a rischio: con un click i truffatori rubano l'assegno - informativasindacale.it
Cybertruffatori sempre più scatenati. Per trafugare la pensione e gli altri assegni gli basta un click. Ci si può difendere solo così.
È una triste realtà dei nostri giorni: quella delle truffe online. Secondo i dati divulgati da Facile.it, nel 2024 ben 2,8 milioni di italiani sono stati in qualche modo vittime dei raggiri in circolazione sul web, con un danno economico stimato in 500 milioni di euro. Rispetto al 2023 l’aumento delle truffe online ha fatto segnare un allarmante +9%.
Dunque i truffatori continuano a servirsi dei canali digitali per imbastire le loro trappole a base di astuzie e raggiri. A riprova della verità di quanto documentato dal giornalista Martin Untersinger di Le Monde, secondo il quale il cyberspazio è da tempo diventato un campo di battaglia frequentato da pirati digitali (anche statali) pronti a ingannare gli utenti della rete.
Tra i soggetti più vulnerabili ci sono sicuramente gli anziani (anche se i dati dicono che le vittime più frequenti sono i giovani adulti tra i 25 e i 34 anni). La nuova truffa lanciata dai cybercriminali prende particolarmente di mira i pensionati (ma non solo). Basta un semplice click ai criminali per trafugare tutto l’importo dell’assegno. Ecco come difendersi dalle insidie provenienti da internet.
L’ultimo raggiro ai danni degli anziani è la truffa del doppio Spid, particolarmente insidiosa perché spesso e volentieri ci si accorge dell’inganno solo a fatto compiuto, quando ormai pensione, assegno unico o rimborso del 730 sono già finiti nella mani dei cybertruffatori. E non serve nemmeno essere un hacker o un esperto di informatica per attuarla.
È sufficiente aver creato una nuova identità digitale con un documento falso. Il truffatore accede al sito dell’INPS e qui cambia l’Iban sul quale accreditare la pensione, l’agevolazione o l’ammortizzatore sociale (Assegno Unico o Naspi). Stesso procedimento sul portale dell’Agenzia delle Entrate. A spiegare il funzionamento di questa truffa è stato Marco Camisani-Calzolari su LinkedIn.
Il tutto è possibile a causa di una falla del sistema Spid, che consente la creazione di più identità digitali con lo stesso codice fiscale. Creare un doppio Spid non è difficile: basta rubare un documento o procurarsene uno su Telegram, dove c’è la possibilità di acquistare perfino pacchetti di documenti italiani. Forte della sua nuova identità digitale, il criminale accede ai siti dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrare e cambia l’Iban per l’accredito della pensione o delle altre misure erogate (bonus, rimborsi fiscali, ecc.).
Come difendersi? La prima cosa da evitare è condividere documenti identificativi via mail o tramite app di messaggistica tipo WhatsApp. Converrà anche controllare con regolarità quanti Spid sono attivati a proprio nome sul sito dell’Agenzia per l’Italia digitale. Sarà buona cosa anche attivare l’autenticazione a due fattori per lo Spid e gli alert della banca per i movimenti sul conto corrente.